Spero che tu sia andato a fotografare anche la formidabile tenaglia di Capo Campanella. Il sentiero che vi scende è bellissimo.
Ma nel tuo lavoro mi manca una dettaglio. Sopra Li Galli dovrei vedere pieno di sirene, dove sono? Hanno forse deciso di emigrare all'estero per via dell'eccessiva pressione fiscale, o perché lí il loro canto veniva meglio retribuito e/o apprezzato?
"Non sarà il canto delle sirene in una notte senza lume,
a riportarci sulle nostre tracce, dove l'oceano risale il fiume..."
Questo mi canticchiavo quella volta che scesi quel sentiero.
Mi ha fatto molto piacere il tuo commento, perchè questo panorama è pieno di suggestioni letterarie ed è passato un pò inosservato (anche per colpa mia che non ho spiegato niente).
Innanzitutto le Sirene di Omero: Li Galli erano considerate le loro isole, dove facevano naufragare le navi.
E poi il nostro Eduardo De Filippo, che aveva acquistato l' isola d' Isca, che costituiva per lui una specie di "buen retiro".
Diciamo che in questa strana estate io dalle sirene sono stato ostracizzato...
Volevo rifare un giro del Mediterraneo quello di otto anni fa, solo semplificato causa vecchiaia, e quindi: Sardegna, nave Cagliari-Napoli, bici Napoli-Brindisi, nave per Patrasso, Peloponneso in bici, nave Gythio-Kissamos, per concludere nella mia prediletta Creta.
Orbene, dalla Sardegna ho dovuto tornare dopo 5 gg per un funerale.
Allora poi ho tagliato, e sono andato dritto a Patrasso.
In Peloponneso dopo 5 gg mi ha morso un cane sulle montagne, al che - per non saper né leggere né scrivere - son tornato a casa a fare l'antirabbica.
Insomma, invece che girarmi la Campanella e i Lattari e Ravello con il giardino di Klingsor, ho finito per fare giretti dolomitici fra un'iniezione e l'altra.
Se, come sosteneva Nazim Hikmet, «il piú bello dei mari è quello che non navigammo», diciamo che per me stavolta il Mediterraneo è stato veramente stupendo!
Mi spiace leggere dei tuoi inconvenienti estivi. La cosa che più mi stupisce è la morsicatura di cane. Non perchè sia un evento raro, ma, al contrario, perchè è un evento che tutti i ciclisti prima o poi sono obbligati ad affrontare. E sono curioso di conoscerne la dinamica.
In Grecia non so, ma in alcune zone italiane i randagi costituiscono un serio pericolo. Una volta, in Sicilia, mentre ero in bicicletta per una tranquilla pedalata, sono stato rincorso da tre randagi di grossa taglia. Ero obbligato a fermarmi e ci siamo guardati negli occhi.
Sono stati sul punto di aggredirmi, ma poi fortunatamente ci hanno ripensato e se ne sono andati per la loro strada. Ma l' incrocio di sguardi, la loro indecisione se aggredirmi o no, la mia paura e la mia decisione di difendermi ad ogni costo, sono sensazioni che non ho mai dimenticato.
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It is not on the Adriatic Sea.
Ma nel tuo lavoro mi manca una dettaglio. Sopra Li Galli dovrei vedere pieno di sirene, dove sono? Hanno forse deciso di emigrare all'estero per via dell'eccessiva pressione fiscale, o perché lí il loro canto veniva meglio retribuito e/o apprezzato?
"Non sarà il canto delle sirene in una notte senza lume,
a riportarci sulle nostre tracce, dove l'oceano risale il fiume..."
Questo mi canticchiavo quella volta che scesi quel sentiero.
Innanzitutto le Sirene di Omero: Li Galli erano considerate le loro isole, dove facevano naufragare le navi.
E poi il nostro Eduardo De Filippo, che aveva acquistato l' isola d' Isca, che costituiva per lui una specie di "buen retiro".
Volevo rifare un giro del Mediterraneo quello di otto anni fa, solo semplificato causa vecchiaia, e quindi: Sardegna, nave Cagliari-Napoli, bici Napoli-Brindisi, nave per Patrasso, Peloponneso in bici, nave Gythio-Kissamos, per concludere nella mia prediletta Creta.
Orbene, dalla Sardegna ho dovuto tornare dopo 5 gg per un funerale.
Allora poi ho tagliato, e sono andato dritto a Patrasso.
In Peloponneso dopo 5 gg mi ha morso un cane sulle montagne, al che - per non saper né leggere né scrivere - son tornato a casa a fare l'antirabbica.
Insomma, invece che girarmi la Campanella e i Lattari e Ravello con il giardino di Klingsor, ho finito per fare giretti dolomitici fra un'iniezione e l'altra.
Se, come sosteneva Nazim Hikmet, «il piú bello dei mari è quello che non navigammo», diciamo che per me stavolta il Mediterraneo è stato veramente stupendo!
In Grecia non so, ma in alcune zone italiane i randagi costituiscono un serio pericolo. Una volta, in Sicilia, mentre ero in bicicletta per una tranquilla pedalata, sono stato rincorso da tre randagi di grossa taglia. Ero obbligato a fermarmi e ci siamo guardati negli occhi.
Sono stati sul punto di aggredirmi, ma poi fortunatamente ci hanno ripensato e se ne sono andati per la loro strada. Ma l' incrocio di sguardi, la loro indecisione se aggredirmi o no, la mia paura e la mia decisione di difendermi ad ogni costo, sono sensazioni che non ho mai dimenticato.
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